Come da programma venerdì 9 dicembre siamo partiti per l’Abisso del Corno, anzi meglio dire per il Campo al Bivacco Tre Fontane dell’Immacolata Concezione.
Ci siamo trovati alle 8.30 io, Paolo e Lillo e con la macchina stracarica abbiamo risalito il Costo di Asiago.
Fatta la colazione, la spesa e quattro chiacchiere a Canove siamo proseguiti per la Val Galmarara e poi su fino al Bivacco.
Siamo stati accolti subito da un vento da lupi, la temperatura non era poi tanto bassa, ma un vento fastidioso e veramente insopportabile ci ha fatto rintanare subito dentro le quattro mura del bivacco.
Acceso il fuoco del camino e la stufa ci siamo impigriti a parlare di grotte, di politica e della fine dell’euro. Coccolati dal caldo tepore, tra un panino alla mortadella e una lattina di birra ascoltavamo il vento di fuori e guardavamo il fuoco che bruciava.
Ma la voglia di grotta ardeva dentro di noi, l’Abisso ci chiamava e quale é mai il demonio che può tenerci dentro le mura di una malga?
Così nel pomeriggio siamo usciti vestiti com’eravamo e abbiamo percorso la Highway to Corno alla ricerca di un nuovo abisso. Una macchia di neve sgelata vista l’inverno scorso da Lillo a poche decine di metri sopra il larice grande lungo la Highway.
Pochi minuti di ricerca e alla fine lo abbiamo trovato?
Cosa abbiamo trovato?
Che Abisso abbiamo trovato?
Era la tana di un toporagno, la tana di un topolino di montagna ,oppure la tana di qualche ghiro.
Non so di quale bestia fosse, ma il diametro del buco sono sicuro era di 5 massimo 6 centimetri.
E allora ?
Aria, un leggero soffio d’aria usciva dalla tana.
Ci siamo messi a scavare infischiandosene che magari fosse un effetto venturi del vento forte che soffiava.
Ardeva in noi la voglia di abisso!
Scava e scava , l’aria calda si sente sempre di più. Gli occhiali si appannano, la polvere svolazza.
Da un buco di 5-6 centimetri scaviamo fino ad un metro di profondità per due metri di lunghezza.
I sassi vanno giù 5-10 metri, aria calda …..tanta!
Dopo due ore che scaviamo a mani nude, con i vestiti tutti sporchi di terra, le giacche a vento oramai nere o marroni intravediamo un pozzetto di qualche metro e la possibilità di entrare.
Decidiamo di gustarci l’esplorazione il giorno dopo con le attrezzature adeguate e così scendiamo soddisfatti al bivacco per preparare la cena.
Riprendiamo i discorsi di grotte, politica e della fine dell’euro finché alle 19 circa arrivano a trovarci Alessandra e Sebastiano con il loro carico di materiale sulle spalle e tanta voglia di entrare al Corno.
Cena a base di Chili e pane caldo croccante e poi via a parlare di tutto e di più.
Il vento di fuori infuriava, il fuoco scoppiettava, le palpebre calavano finché la notte ci ha invitato a infilarci nel sacco a pelo. Chi a dormire, chi a contare le pecore, chi a sognare la vespa del cugino .
Sabato 10 dicembre la sveglia suona alle 7.00.
Chi dormiva si sveglia, chi non ha mai dormito tira un sospiro di sollievo.
Il cielo è limpido e il vento soffia ancora forte.
Prepariamo il caffé e i biscotti di grano saraceno e poi ognuno a prepararsi il suo sacco.
Sulla pentola sopra il fornello rimane ancora del chili che così freddo fa veramente una brutta impressione.
Lo buttiamo in mezzo ai mughi, vicino a fazzolettini di carta e sopra due bei sassi.
Ieri con il pane era speciale adesso sembra una merda, vabbé così gira il mondo!
Verso le 9.00 arrivano anche Pierga, Miguel e Moreno del Gruppo di Valdagno che si cambiano con noi e poi entrano per raggiungere quota -500.
Noi 5 invece prendiamo la Highway to Corno con prima destinazione il nuovo buco.
Esce sempre tanta aria calda, sarà effetto Venturi, sarà un Abisso?
Lo scopritore ha l’onore di entrare per primo e così Lillo si infila e comincia a ravanare un paio di metri sotto.
Una frana da spostare, tanta aria che esce, un lavoro da fare la prossima volta.
Abbandoniamo così l’idea di scendere in una nuova grotta e ci dirigiamo all’Abisso del Corno.
Per Alessandra e Sebastiano è la prima volta, per me, Paolo e Lillo la ennesima, ma insieme decidiamo di assaporarci il Corno, di gustarlo da dentro.
Nessuna destinazione, ma solo tanti punti di domanda lasciati là in 6 anni di esplorazioni. Tanti buchi neri visti e rivisti ma mai osservati con l’attenzione che meritano.
Così alle 10.30 circa ci inabissiamo e pian pianino arriviamo a quota -200 circa.
Una scritta NO con freccia, scendiamo un pozzetto di 10 metri circa che chiude. Era tanto che volevo vedere perchè quel NO. Ci giriamo e vediamo una galleria alta un metro ostruita da un masso. Di la continua, ma serve l’artiglieria pesante. Sarà per la prossima volta.
Altro pozzo.
A 6-7 metri dalla partenza un meandrino parte. Paolo si infila e comincia a ravanare nello stretto.
Intanto alla base Lillo in free solo va a vedere una finestra che chiude.
Io mi invento un pendolo e vado a vedere un pozzo parallelo che scende 5-6 metri e poi chiude.
Se mollo mi sfracello, ma anche stavolta va bene.
Intanto sentiamo Paolo che chiama, vede un pozzetto nero davanti a lui.
Lo incitiamo a smaterializzarsi e passare. Paolo ci ascolta, si smaterializza, passa nello stretto , ci chiama, lo sentiamo bene e sbuca nella finestra risalita da Lillo. Comincia la saga degli anelli?
Scendiamo un altro pozzo. Diaclasi già scesa per 50 metri da Pierga e Sid qualche anno fa.
Nella saletta poco prima un’altra diaclasi. Con il martello allarghiamo e Lillo riesce a scendere per 20 metri.
Si sente aria ma anche qui chiude.
Ci concediamo uno spuntino, sono le 14 circa e abbiamo fame.
Torniamo sui nostri a passi. Ci fermiamo prima della strettoia a vedere una finestrona che sta sopra 5-6 metri.
Arrivato in cima si percorre un meandrino che si congiunge con il pozzo dopo la condotta ( quello con la forcella di ferro del Beppe). Altro anello, è destino!
Nota positiva è che un meandro ben levigato parte dalla saletta in direzione diaclasi asciutta -Halè Salassiè. Serve l’artiglieria e quindi lasciamo per la prossima volta.
Partiamo con direzione bivacco Tre fontane e alla base del primo pozzo Pierga ci raggiunge.
Anche loro hanno scoperto un anello a -500. E’ Destino!
Usciamo dalla grotta che sono le 20 circa.
La Val Galmarara è uno spettacolo. Non ci sono parole! Luna piena, cielo limpido. Freddo.Una meraviglia.
Di corsa giù ad accendere la stufa e il camino.
Prepariamo un antipasto di tortellini in brodo e pastasciutta scaduta.
Il fuoco ci scalda le ossa, guadiamo le braci nel camino mentre i Litfiba cantano.
Ad un certo punto le palpebre si chiudono e ognuno con i suoi pensieri e le sue emozioni depone il proprio cadavere nel sarcofago.
Buona notte domani si torna nella civiltà.
Chissà se l’euro ci sarà ancora!
ciao
Matteo
Un pensiero su “IMMACOLATA CONCEZIONE ALL’ABISSO DEL CORNO”
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bellissimo per me leggere questa meravigliosa avventura anch'io nel lontano 1993 sono scesa per l'unica volta raggiungendo – 470 m. di profondità io seconda donna del gruppo dopo marilù gasparella grazie per avermi fatto rivivere quei momenti ciao a presto marianna miolo