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Tanzerloch – le foto

Ieri siamo tornati nel famoso “orrido” sull’Altopiano di Asiago, vicino a Camporovere; dovevo rifare le fotografie con la reflex e soprattutto con il mio bel grandangolo 10-22mm.
Dato che eravamo solo in quattro (San, Sim, Damiano e Donato) abbiamo armato una sola calata dal bordo più basso. Dopo un primo frazionamento su abete a bordo baratro, c’è l’ultimo a picco nel vuoto e senza appoggi per i piedi. Con 60m a cielo aperto sotto il culo, neanche il più esperto degli speleologi resta impassibile ed a noi le chiappette hanno stretto non poco! Specie se poi vedi i tuoi compagni di sotto grandi come formichine!
Una volta sotto resti ammaliato dalla spettacolare bellezza degli strati rocciosi inclinati: unici!
Fatto i miei scatti da varie posizioni, siamo risaliti. Oggi che li rivedo al computer, non vi nascondo che spero tanto che uno di essi compaia nel calendario FSV del prossimo anno!

San

Abisso Spaurasso

Uscita fotografica a documentazione delle principali grotte venete. Con lo Spaurasso abbiamo coperto anche la zona del Monte Grappa di cui ci mancavano scatti recenti.
Non avevamo velleità profondistiche, dato che la nostra squadra fotografica è abituata a fare al massimo -150 di dislivello, ma questa volta ci siamo impegnati (anche in prospettiva di grotte future) e siamo scesi fino a -300!
Dopo il P8 d’ingresso, segue un lungo meandro che alterna esigue dimensioni con altre piuttosto ampie e con altre ancora allargate artificialmente (grazie GEO!), fino a quando …. “uh! posso!”, un bel P34 con sul fondo dei blocchi di roccia grandi come case che stanno in bilico non si sà come.
Questo lo abbiamo fotografato sia da sopra (dalla comoda cengia) che da sotto.

Segue il P40, frazionato, poco largo e bruttino; infotografabile.
Subito dopo siamo sul P70 “Tremòn de ciape” che dopo un tiro da 15m sprofonda nel vuoto con tiro unico fino al fondo. Questo lo abbiamo fotografato da sotto unendo una foto della zona bassa con una della zona alta.

Poi siamo scesi ancora nel meandro “Ki ruma kata posi” fino all’attacco del P68 “Pozzo Alessandro” che altro non è che una enorme diaclasi obliqua intervallata da una cengiona. Infatti, dall’attacco del pozzo si vedeva la luce della squadra esplorativa del GEO situata sul suo fondo 170m più in basso.
Dovevamo farci un’idea per tentare di fotografare tutto assieme questo pozzone: sarà dura!
Intanto questo il Pozzo Alessandro.

Fortunatamente i pozzi erano armati in doppia e quindi i tempi di risalita sono stati relativamente brevi e dopo 8 ore eravamo fuori.
Il GSM PhotoTeam di oggi: Sandro, Simona, Damiano, Donato, Alberto Rossetto.
Grazie agli amici del G.S. GEO di Bassano per averci fatto trovare armata tutta la grotta.
Tutte le foto fatte: clicca qui.
San

Kacna Jama (Abisso dei Serpenti) – Slovenia

Domenica 2 maggio San, Simo, Massi, Alberto Rossetto, Pierga, Miguel e Vasco (sloveno di KP) siamo stati ospiti di Zdenka e Bonni che ci hanno armato il giorno prima la discesa del P180 iniziale.

Partiti alle 10, abbiamo disceso la via frazionata, mentre la direttissima era stata armata da altri spelei entrati sabato pomeriggio e che abbiamo scoperto essere i triestini Stefano e Silvia incontrati al Corchia a Pasqua.
Vasco è uno speleo novello ed è venuto in questa grotta per “sverginarsi”. La tensione, e la scaga di trovarsi sopra un salto a cielo aperto di circa 100m, lo ha fatto iniziare malissimo: ha montato la corda sul discensore al contrario! Taci che si trovava su una cengia e me ne sono accorto in tempo!

La discesa segue la vecchia via ferrata (di chissà quanto tempo fa) che ormai è completamente deteriorata, senza numerosi tratti e con parecchi pioli in ferro che sporgono dalle pareti e che bisogna stare attenti a non urtare mentre si scende in corda.
Come detto, i primi 90m sono a cielo aperto; poi ci s’infila in un pozzo parallelo dove è possibile fare molti più frazionamenti. Il salto finale (circa 60m) è molto simile alla Spaluga di Lusiana: da una cengia ci si affaccia nel gigantesco camerone posto alla base del pozzo dove entra la luce esterna divisa in due da un ponte di roccia posto circa a metà pozzo: molto suggestivo.

Qui una ripida conoide scende verso il basso; spallle alla parete, a sinistra si va nella mega-galleria che conduce alle acque del Reka-Timavo, a destra si sale in un ramo fossile stupendamente ed abbondantemente concrezionato. Dopo l’incontro con i triestini ed i saluti di rito, ce li siamo aggregati e ci siamo infilati nel ramo fossile che ci ha stupito per la grandiosità degli ambienti e la sovrabbondanza di concrezioni: stupendo! Sceso un tratto obliquo su colate, si giunge nel nuovo km, scoperto negli ultimi anni, che non ci è stato possibile visitarlo a causa della mancanza di corde per la discesa.

Durante il ritorno, il GMS PhotoTeam ha fatto un po’ di riprese video mentre gli altri sono andati a vistare la galleria in direzione del Timavo.
Risaliti con calma e sotto la pioggia, i primi erano fuori alle 16 mentre gli ultimi, Zdenka e Bonni che hanno anche disarmato, sono usciti alle 19.
Al termine tutti all’Orient Express di Divaca a mangiare e bere alla nostra salute. (NB: birra media 1,90 Euro!!!!).
San
Prossimamente il video ….
Fotogrammi ricavati dal video girato