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La seconda… anzi la terza vita della Spurga del Barbeta

La Spurga del Barbeta è una voragine o “spurga” che si trova lungo la  Valle delle Lore  sull’Altopiano del Faedo ad una altitudine di 677 m.s.l.m.

Questa cavità si trova ad un centinaio di metri di distanza dal più famoso Buso della Pisatela vicino  ad una caratteristica pineta.

2016-03-29-spurga-della-barbetta-1Si apre sul fianco di una piccola dolina e il suo ingresso è la classica conformazione di una spurga del Faedo. L’apertura larga circa cinque metri con un primo pozzo che scende subito inclinato per poi verticalizzarsi e arrivare su un cono detritico a circa dieci metri di profondità.

Nel vederla viene da associarla alla classica  grotta da manuale della speleologia.

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Questa cavità sicuramente è conosciuta da tantissimo tempo vista l’ampiezza dell’ingresso e  la comodità per arrivarci e il primo rilievo del Gruppo Grotte Schio è datato 1965.

primo-rilievo-spurga-del-barbeta Primo rilievo della Spurga del Barbeta

Alla base del primo pozzo si apre in direzione Sud-Ovest una sala con pavimento inclinato e franoso dove è facile trovare traccia dell’inciviltà di qualche cacciatore che qui va a gettare le cartucce sparate dalle doppiette. Una decina di anni fa il Gruppo Speleologi Malo fece una pulizia generale portando fuori qualche borsetta colma di questa ignoranza.

In corrispondenza dell’angolo  Sud della sala si apre il secondo pozzo in diaclasi che scende per 15 metri circa. Alla base di questo pozzo uno stretto cunicolo impraticabile ha fermato l’esplorazione della grotta per circa trent’anni.

Si deve arrivare agli inizi degli anni ‘90 perché la Spurga del Barbeta possa rivivere una seconda vita esplorativa. E’ infatti a Marzo del 1992 che Paolo Comparin , Marianna e Marco De Franceschi scendono per cominciare lo scavo della fessura in fondo e li vede impegnati con mazzetta e scalpello per due uscite ravvicinate.

La svolta avviene però a Giugno del  1992, sempre loro tre che disostruiscono per circa  3 metri la fessura ma è ancora molto stretta. Rilevano una forte presenza di aria e il passaggio di acqua, ma la vera scoperta è quella finestra che all’altezza di circa 2 metri dal fondo del pozzo fa intravedere un meandro. Nessuno l’aveva mai notata? Come può essere?

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Con l’utilizzo della sola mazzetta Paolo e Luca Dal Pezzo (alias Cereda) riescono a percorrere lo stretto meandro fino ad arrivare in una piccola saletta e da li dopo una strettoia un pozzetto di 5 metri e poi due sale. Nel corso del 1993 si susseguono diverse uscite da parte del GSM per risalire i camini che si trovano al fondo e disostruire la strettoia finale dove l’aria viene inghiottita. Si deve considerare che nel 1993 il complesso della Pisatela non era ancora stato esplorato e le nuove scoperte al Barbeta hanno portato Luca a fantasticare il nuovo “Sistema del Barbarana”.

Ma anche con tutta la buona volontà le strettoie stancano e affaticano anche i più motivati. La grotta viene dimenticata e la storia esplorativa sembra terminata e l’ultima scheda esplorativa è datata 27/02/1993.

Ogni tanto in gruppo, Paolo parla  di quelle esplorazioni e dopo tanto sentirle all’interno del GSM torna la voglia di tornare a vedere cosa nasconde questa grotta e quanto di vero c’è dei racconti fatti . Si arriva così al  2015, quando viene riarmata la grotta e inizia la terza vita della Spurga del Barbeta.

Alla base del secondo pozzo ritroviamo la fessura a due metri di altezza e stentiamo a crederci che qualcuno possa essere passato per una fessura così insidiosa. Con i mezzi potenti di disostruzione di oggi, allarghiamo i passaggi al limite dell’umano arrivando alle sale del fondo e ritrovando i segni delle risalite e dei lavori di quasi venticinque anni fa. Constatiamo la presenza di una forte corrente d’aria  e così iniziamo dove gli altri avevano abbandonato. Con una interminabile serie di uscite, armati di trapano e accenditore  e con il sogno di scoprire nuovi ambienti è iniziata la terza vita della Spurga del Barbeta.

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Viene così rifatto il rilievo come lo vediamo nella figura sotto e la grotta ha cambiato totalmente aspetto.

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Ultimo rilievo  della Spurga del Barbeta

La profondità della grotta è adesso di 29 metri , mentre lo sviluppo ha superato di poco i 100 metri.
Un meandro stretto e basso  con direzione Nord-Est sembra dirigersi verso le zone della Pisatela e chissà che non si entri veramente nel fantomatico Sistema del Barbarana così tanto desiderato negli anni ’90…

Matteo

IL NUOVO LOOK DEL RAMO TREVISIOL

Il Ramo Trevisiol del Buso della Rana si stacca sulla destra lungo il Corridoio delle Stalattiti  del Ramo Principale . Venne  esplorato per la prima volta nel lontano 1955 dagli speleologi del Museo Civico di Storia Naturale di Verona e del CAI di  Vicenza.

Ha un andamento pressochè suborizzontale  con gallerie a volte di notevole dimensione  e lungo il suo percorso si notano, soprattutto nella parte iniziale, diversi camini risaliti negli anni ’80.

A dispetto del più famoso Ramo Principale , il Ramo Trevisiol ha sempre svolto la parte del secondo,  del ramo meno frequentato, meno visitato, del ramo trascurato. Molti speleo lo percorrono per poi girare lungo il Ramo Messico e continuare altre strade, con i turisti o visitatori occasionali si preferisce continuare verso Sala della Lavinia o verso l’Androne Terminale.

Dopo le prime esplorazioni degli anni ’50 da parte dei pionieri della speleologia che ne fecero  il rilievo , fu poi con  le imprese del Gruppo Grotte Schio  al Ramo Giacomelli,   all’inizio degli anni ’80,  che il ramo vide modificato il suo aspetto e  ne venne aggiornato il rilievo.

Per chi però percorre il ramo non può, non saltare all’occhio, che una serie di cunicoli  e camini sembrano dimenticati dal rilievo . E’  nata così la voglia, all’interno del GSM,  di sistemare per quanto possibile  la topografia del ramo .

Per prima cosa si sono raccolte le ultime notizie  di esplorazioni apparse sul sito www.busodellarana.it oppure postate nel blog del Gruppo Grotte Trevisiol. In particolare il GGT ha pubblicato ultimamente il rilievo del  Ramo GGS84 ( 2014) e del Camino del Giovedì ( 2016). Si è poi contattato il gruppo USV di Verona che  ha gentilmente fornito il rilievo del Ramo del Demente da loro esplorato nel 2007.

rana_rilievo2003 ramo dementeE’ poi iniziato il lavoro di rilievo dei rami, rametti, cunicoli e camini  come il Camino GGS 94, il Ramo Toyota oppure il Camino X

camino GGS 94 camino Xramo toyotaIl lavoro  non è ancora completo, ma al momento attuale il rilievo del Ramo Trevisiol si presenta così con in rosso i nuovi aggiornamenti:

il nuovo look del Ramo Trevisiol

 

IL RAMO PRINCIPALE DI SINISTRA SI RIFA’ ….IL LOOK

Con l’uscita di domencia 15 Gennaio scorso si è conclusa l’ultima campagna esplorativa del GSM lungo il Ramo Principale di Sinistra conosciuto anche come Ramo dei Basalti al Buso della Rana .  L’aria che percorre questo ramo ha sempre fatto sperare in qualche prosecuzione, ma tante uscite non avevano mai portato a nulla di nuovo.

Un paio di anni fa Franco Valmorbida aveva individuato tre fessure che potevano portare a qualche prosecuzione; la prima  è stato il meandro dei tre sassi che è stato trovato proprio demolendo tre sassi che occludevano il passaggio. Meandro stretto che a un certo punto intercetta un piccolo camino , ma che poi si restringe in ambiente acquatico e che molto stretto prosegue in direzione nord-ovest.

La seconda fessura individuata da Franco è stata proprio a Sala dei Basalti . Anche questo meandro è molto stretto  ma risale. Dopo diverse uscite  si  doveva costruirlo più che esplorarlo e come dice il nome è stato interrotto.

Dove invece è stato speso più tempo in disostruzione, ma anche dove si è avuto una maggiore soddisfazione è il Ramo della cascatella che prende il nome proprio dalla cascatella che si trova quasi alla fine del Ramo dei Basalti. Anche questo presenta un meandro a misura di speleo di circa 10 metri di lunghezza per poi allargarsi in maniera inaspettata sia in larghezza che altezza.  Percorsi così qualche decina di metri comodi  si ritrova un meandro acquatico per strettoisti con muta. L’esplorazione della parte finale è stata fatta da Alberto “Sid” Carollo in solitaria, proprio domenica 15, percorrendo circa una quarantina di metri e arrivando ad una curva a gomito impraticabile.

Anche se i risultati non sono stati come si desideravano alla fine  è venuto fuori che  il Ramo Principale di Sinistra si è rifatto il look.

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ciao

Matteo