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Planinska Jama

Abbiamo assecondato la voglia degli amici dello Speleo Club Forlì di andare a provare l’esperienza della navigazione in canotto in un fiume sotterraneo e, nella fattispecie, in uno dei pochi posti che consentono di farlo: la Grotta di Planina in Slovenia.
A noi interessava fare delle riprese video ai canotti che, a causa delle enormi dimensioni della galleria in cui scorre il fiume, sembrano sospesi nel nero più assoluto senza nessuna delle pareti visibile.
Poi, vista l’abbondanza esagerata di protei presenti in queste acque, volevamo fare qualche foto e ripresa a questi animaletti simbolo della fauna ipogea.
Si sa che con quelli di Forlì il divertimento è assicurato, ma il susseguirsi di eventi particolari ed inaspettati, ha reso questa esperienza una delle più simpatiche mai vissute e per questo meritevole di essere raccontata “a dovere”…..
A voi il video! Un rigraziamento di cuore a tutti i partecipanti per la spendida compagnia.

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Clicca qui per il racconto e le foto di Gianluca Carboni.
Qui invece alcuni video girati da Teo Turci. 

E non finisce qui! Il giorno dopo siamo andati alla Rakov Skocjan (Valle dei gamberi).
San

Buso del Prestigio

Uscita di documentazione per immagini di questa bella grotta della Valle dell’Agno.
Abbiamo voluto fare sia video che foto con il risultato di immagini molto modeste dal punto di vista qualitativo. E’ il prezzo da pagare quando si vogliono fare due attività contemporaneamente: nessuna delle sue potrà mai venire bene. O si fa una o si fa l’altra o si accetta quello che viene.
Il primo obiettivo a livello fotografico era la stupenda sala della cascata, dove sono nettamente visibili i livelli di arretramento erosivo del corso d’acqua formando una lunga sala, altissima, a cilindri affiancati ed innestati uno nell’altro.

Abbiamo risalito poi il secondo ramo attivo senza fare foto perchè già Antonio Danieli ne aveva fatte di ottime ed era inutile ripetere le stesse inquadrature. Qui abbiamo dato priorità al video, tranne che per una foto a Piergiorgio che voleva un ritratto sospeso su corda.

Abbandonato l’attivo e percorso il fangosissimo meandro fossile, siamo giunti alla risalita che ci porta al “Paradiso di Pippo”. Nessuna documentazione di questi pozzi; l’estrema infangatura, la tanta nebbia generata dai nostri corpi e la poca ispirazione ci hanno decisamente bloccato.
Solo pochi scatti a documentare le numerose concrezioni bianche e poi via fuori.

La quantità di fango addosso era tale chge minimamente ci siamo pensati di tirare fuori l’attrezzatura da ripresa durante tutto il percorso del ritorno.
Piegiorgio era da tanto che non faceva grotta e tantomeno corda; tra porchi vari ed una fatica boia, ci ha messo un bel po’ ad uscire.

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Fuori ci ha atteso una marea di zanzare affamate di sangue che ci hanno fatto dannare un po’ prima di sederci a gustare una bella pizza nella vicina pizzeria Metrò.
Partecipanti: San, Sim, Donato, Piergiorgio, Massi

Tana che urla – il video

Il primo aprile ci siamo fatti lo scherzetto di andare a riprendere una famosa grotta sorgente toscana:  la Tana che urla.

Il suo nome deriva proprio dal rombo che il torrente ipogeo fa all’interno di questa grotta.
L’ingresso, dopo l’ampio portale, è caratterizzato da un basso cunicolo che durante le piene sifona molto facilmente. Da evitare quindi nei periodi di piogge abbondanti.
Eravamo solo in due, ma dotati di ben 6 fari che, con calma e precisione, abbiamo posizionato in più punti, nascosti all’obbiettivo della videocamera, riuscendo ad illuminare bene le non grandi gallerie della grotta e dando il maggior risalto possibile alle rapide del torrente.
Nelle nostre grotte del nord-est è raro trovare tanta acqua così; per questo ce la siamo goduta un mondo belli al caldo nelle nostre belle mute da 5 mm!
La grotta, lunga circa 400m, termina su sifone dopo circa 200m. Molto bello e concrezionato il ramo laterale dove sparisce il rombo dell’acqua e ci si rilassa al solo rumore dello stillicidio.
Sandro e Simona
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