Archivi categoria: Gruppo Grotte Brescia “Corrado Allegretti”

Samar 2012

SAMAR 2012: labirinti sotto la foresta! E’ in partenza la spedizione speleologica Samar 2012 organizzata dal Gruppo Grotte Brescia “Corrado Allegretti”, dall’associazione per le esplorazioni geografiche Odissea Naturavventura e dal Gruppo Speleologi CAI Malo.Dal 9 Aprile al 3 maggio 2012, un team composto da otto speleologi opererà in una delle più importanti aree carsiche dell’isola di Samar (la più grande delle Visayas, Filippine centrali): il carso di Gandara. Saranno della partita i bresciani Matteo Rivadossi di Nave (capo spedizione) e Claudio Castegnati di Botticino, i veronesi Guido Rossi (geologo) e Antonio Cortina, Stefano Panizzon da Vicenza e Francesco Vallarino di Genova a cui si uniranno due amici e colleghi filippini, Joni Bonifacio e Sherwen Orbeta. Ancora nella selvaggia Samar dunque, da vent’anni meta fortunata di una ventina di spedizioni italiane e francesi ma mai facile politicamente per via della guerriglia maoista del New People Army. L’obiettivo principale sarà il collegamento fisico tra i maggiori sistemi esplorati nella zona di Barruz proprio negli ultimi giorni della spedizione 2011: l’enorme grotta di Male-Ho, lunga 6 km e percorsa da un fiume da 3 metri cubi, e la sottostante Sulpan Cave che proprio l’anno scorso è stata collegata alla vicina sorgente da una difficile immersione subacquea. La speranza è quella di collegare fisicamente il tutto in un complesso che potrebbe superare i 10 km di sviluppo! In un secondo tempo il gruppo si sposterà in zona di Matuguinao alla ricerca di alcuni ciclopici inghiottitoi individuati studiando le carte topografiche: l’idrografia superficiale, che prima si articola su terreni impermeabili con diversi fiumi, ad un certo punto sparisce inghiottita dalle rispettive valli chiuse. Un percorso spesso di svariati chilometri prima di venire nuovamente alla luce dalle magnifiche sorgenti lungo il Gandara River e il Blanca Aurora River. Dalle parole di Matteo Rivadossi, coordinatore di Samar 2012: “Diversamente dalla provante esperienza dell’anno scorso, spedizione internazionale speleo-subacquea che ho organizzato da solo coordinando ben 14 persone di 7 nazionalità diverse alle prese con problemi di spedizione merci, sdoganamenti e soprattutto di una meteo particolarmente avversa, questa volta abbiamo scelto di essere pochi e leggeri. Non mi sembra vero! Ripartiremo proprio dall’ospitale Barruz, il villaggio presso il quale nel 2011 negli ultimi 3 giorni di spedizione abbiamo esplorato ben 8 km di grotte enormi! Nella vicina foresta si nascondono infatti dei veri e propri labirinti: fiumi che scompaiono per chilometri per ritornare alla luce ad ore di distanza! Basterebbe dare un’occhiata alle carte per rimanere senza parole. Come al solito ci affideremo ai locali, gli unici veri capaci di muoversi là dentro: il loro appoggio, le loro informazioni ma anche la semplice traduzione dai vari dialetti all’inglese, saranno preziosissimi per riuscire anche solo a spostarsi in un territorio così particolare come quello del carso tropicale. Per di più caratterizzato da un delicato equilibrio socio-politico… Per me questa è la nona spedizione in Filippine e la mia fortuna è di avere a fianco compagni di grande esperienza come Guido Rossi veterano alla sua quindicesima esplorazione nell’arcipelago, Claudio”Gnaro” Castegnati o Stefano “Lillo” Panizzon, fratelli di mille discese, dalle alpi ai tropici. Completano la squadra due neo-acquisti come Antonio Cortina e Francesco Vallarino che sono certo sapranno mettercela tutta e i locals Joni e Sherwin che come sempre ci aspettano sul posto trepidanti. Tutti loro sono più di una garanzia, sapendo quale sarà lo spirito di adattamento ed abnegazione che anche questa avventura richiederà.” Ricordiamo che le avventure in Filippine guidate da Matteo Rivadossi e da Guido Rossi, caratterizzate dall’eccezionale media di 15 km rilevati ogni spedizione per un totale ad oggi di oltre 100 km solo a Samar, costituiscono il più grande risultato esplorativo mai conseguito da speleologi italiani all’estero. Oltre al rilievo topografico e alle fotografie, la spedizione raccoglierà immagini video nella speranza di riuscire, in un prossimo futuro, a chiudere in un unico documentario tutte le campagne del GGB e di Odissea in Filippine. Per chi volesse seguire gli sviluppi della spedizione potrà farlo sul sito www.ggb.it che sarà aggiornato continuamente (in italiano e inglese) grazie ad un collegamento satellitare oppure anche sul sito www.speleomalo.it.

Ciao Lillo.

Samar 2011‏

Ieri e oggi altri due giorni alla ricerca di nuove grotte non molto lontano da Calbiga. Stiamo aspettando che il tempo si sistemi per ritentare l’immersione nel sifone a monte di Langun. Il tempo non sta migliorando perche ogni tanto piove, inoltre i sub oramai mi sembrano un po’ demotivati… Comunque ravanando di qua e di la abbiamo gia rilevato circa 5 km di nuove grotte. Anche oggi abbiamo trovato tre grotte di cui una pero gia vista. La seconda che abbiamo trovato e molto bella e concrezionata con due grandi sale. Lo sviluppo e di circa 250 mt. Da noi con queste grotte ci andresti a nozze ma qua e lo standard e dopo un po cominci a stufarti se non salta fuori il mostro…
Ci sentiamo!
Lillo

Samar 2011

Ciao Gruppo,

eccomi qua dopo qualche giorno in giro. Come va?

Io sono stato in giro 6 giorni in posti bellissimi anche se i risultati non sono stati quelli sperati. Il tempo si sta risistemando e domani andremo in Langun con un campo interno per ritentare l’immersione con i sub. Se le cose andranno bene e il sifone non è tanto lungo passerà di la anche qualcuno di noi senza “branchie”.

Vi allego il post che ho preparato per il blog GGB.

Lillo

Ritorno dalla foresta ed immersioni

Calbiga Base Camp, lunedì 18 Aprile 2011 ore 13:02 (ore 7:02 in Italia)

Oggi giornata di riassetto dopo quella campale di ieri per i nostri due gruppi, ovviamente ben accompagnati dalla ormai inseparabile sfiga…

La squadra sub si è giocata subito il jolly con un colpo della strega rimediato da Gigi mentre saliva sulla barca a Balogo, regalo della giornate come passeggeri di moto devastanti. Nella sorgente di Dimagbaha poi, con uno stile da novantenne ricurvo, è riuscito ad indossare il suo rebreather e a continuare per altri 200 metri oltre il limite di Marc su un fronte e degli americani su un altro. Niente male se consideriamo la visibilità ridotta ad un metro e uno sviluppo abbastanza articolato degli ambienti. Ora la parte sommersa della sorgente del sistema parallelo a quello di Langun si attesta sui 300 metri circa che vanno sommati ai 450 aerei.

Alle 22:30 invece arriva a Calbiga, direttamente nella baracca di Vilma eletta a nostra trattoria, il gruppo che è rimasto in foresta per 5 giorni. All’urlo di proteine hanno dato fondo alle riserve della stamberga, l’unica eatery che comunque è stata capace di assecondare le nostre richieste.

Tra una San Miguel e un’altra si rincorrono fatiche di marce pesanti e grotte viste, perse e ritrovate. Ma lascio la parola a Lillo e alle immagini, ciao a tutti

Matteo

Ciao ragazzi,

come già anticipato da Roc sono stati cinque giorni abbastanza massacranti con lunghe marce in foresta senza trovare la tanto sperata grande grotta. Percorsi ad ostacoli tra pioggia, fango e affilati Karren, uno dei quali ha anche tentato di aprirmi una guancia quando al mio passaggio si è rotto facendomi letteralmente cadere a terra sotto il peso dello zaino procurandomi un taglio sul braccio e una botta allo zigomo destro.

Comunque il bottino non è poi stato così male. Quando Roc e Mariia, dopo aver visto i cento metri a valle della perdita di Mainoswagon, sono dovuti rientrare, io, Davide ed il mitico professor Rossi siamo andati ad esplorare la parte a monte. Anche stavolta i cugini d’oltralpe, con la solita aria disfattista sono usciti dicendo “ shit cave”, ci hanno lasciati da soli a risalire il corso del fiume. Bene, noi intanto ci siamo sparati circa millecento metri di rilievo tra la galleria principale che si perde in vari rami in frana, un labirinto di piccole condotte attive con le radici degli alberi che in alcuni passaggi ostruivano quasi completamente il passaggio e un ramo attivo col fondo fangoso che si diparte sulla destra idrografica per qualche centinaio di metri, fino ad assumere dimensioni tali da impedirne la percorrenza dopo alcuni passaggi in apnea.

Usciti a notte fonda torniamo da soli al villaggio che oramai dorme da tempo. Temporeggiamo un po’ dopo aver mangiato, ridendo e scherzando prendendo letteralmente per il culo il vecchio Gallo che già dorme, visto che negli ultimi giorni riesce a parlare solo con logorroici monologhi sulle sue spedizioni in Papua e definendo la nostra come una gita organizzata dal GGB trekking club…

Ore 5 di domenica. Sto dormendo nel sottoscala della casa della barangay capitain che di giorno pullula di bambini, visto che è anche l’asilo di Antol. Un gattino si è messo a dormire sopra le mie gambe, ignaro del pericolo che sta correndo vista la fama di noi Vicentini. Di colpo tutti si svegliano e cominciano a chiacchierare: ma porca troia, non bastavano i galli che hanno cominciato a cantare a mezzanotte, ora si mettono anche i locali che con tutta fretta si preparano ad affrontare la domenica che forse non è poi tanto differente dagli altri giorni.

Resistiamo fino alle 6, quando ci alziamo e ci organizziamo per andare e vedere le altre segnalazioni.

Piccolo momento di esitazione quando pronti per partire ci dicono che nella foresta ci sono dei “bad boys” e ci consigliano di farci scortare da mezzo paese, chiaramente dietro un lauto compenso. Capito il tentativo di “estorsione”, e comunicata la nostra intenzione di abbandonare la ricerca, magicamente arriva la comunicazione che i ragazzi cattivi se ne sono andati e bastano solo 3 guide.

Mezzora di cammino e siamo in un grande inghiottitoio largo 30 metri e alto 20 preceduto almeno cento metri prima di un nauseante odore di guano.

Non importa siamo gasatissimi quando sentiamo dentro scorrere un grosso fiume!

Amaramente e con i conati di vomito, scopriamo che il rumore non è di acqua ma è causato da qualche migliaio di pipistrelli grandi come i nostri piccioni, che letteralmente ci investono come un vortice di vento e miasmi causati dal guano e tonnellate di tronchi di banano in decomposizione che la grotta si è risucchiata. A stento io e Davide rileviamo i 244 metri di sviluppo. Non mi era mai capitata una cosa del genere!

All’uscita ci giochiamo l’ultima carta. Altra mezzora e troviamo veramente una grande grotta: peccato che si tratti di Can-Yawa, tredici chilometri di gallerie esplorate da Jean Paul e company nel 2002. Va beh, è andata così.

Tornati troviamo mezzo villaggio ubriaco, con la barangay capitain che a stento si regge in piedi e mi saluta con pacche sulle spalle ed occhiali di traverso sostenuti a stento dal naso: ma se stamattina non mi guardava neanche, cosa è successo?

Entrati in casa, troviamo il professor Rossi, venerato come il colonnello Kurtz in Apocalips Now che a suon di Tanduay ha letteralmente sconvolto una tranquilla domenica di un paesino sperduto nel carso di Samar. Chiaramente non hanno bevuto tanto ma è che non hanno l’imprinting Veneto del vecchio geologo in fatto di alcool.

A stento riusciamo a organizzare il ritorno con i villaggio in delirio. Troviamo cinque portatori tra i più sobri. Tenta di venire con noi anche Samy, ragazzo di vent’anni che a stento si regge in piedi. Dopo essere scivolato e caduto in acqua, percorrendo la palma che a due metri altezza attraversa il fiume facendomi quasi cadere con lui, decide che forse è meglio cedere il pesante zaino.

Due ore e mezza di buon passo sotto la luna piena ci portano a Literon dove dopo aver svaligiato un negozio di alimentari, prendiamo tre moto per Calbiga.

Lillo