Alla ricerca dell’oro

Sabato mattina io e Alberto ( lo Zio) siamo andati in Valle dei Mercanti per proseguire  il censimento delle
miniere.
Sempre sentito parlare di queste storiche miniere ma mai viste da vicino . Con il libro del Casolin in mano , fonte di infinite informazioni, ci siamo recati in prossimità della ex cava di caolino vicino al capitello che ricorda la rovinosa frana del 1901 che rase al suolo, nel senso che seppellì, la Contrà Mercanti. Da li abbiamo guadato il torrentello e girovagato per sterpaglie e rovi alla ricerca di una  miniera che alla fine non siamo riusciti a trovare.
Proseguendo il cammino tra le russe, siamo giunti a Contrà Montenaro dove un signore ci ha indicato un
pozzo tra i prati e i rovi che va giù tanto, ma anche di questo abbiamo perso ogni  traccia.
Con le spine tra le mani siamo risciesi al torrente e incamminati verso Contrà Tenaglia. Qui la fortuna non poteva abbandonarci e infatti al primo personaggio incontrato, abbiamo chiesto informazioni sulla miniera  Arnaldo e la San  Marco. La prima è completamente ostruita ma presenta un bel portale di cemento che
evidenzia l’importanza avuta a suo tempo ( lunghezza di circa 400 m e collegamento con altre miniere).
La San Marco, storica miniera risalente alla Repubblica Veneziana è ancora aperta e all’interno è bellissimo vedere le pareti completamente bianche di caolino.
Da li abbiamo risalito la stradina fino a incontrare le due miniere ( la 24 e la 60)  e un pozzo del diametro di circa 3 metri che le collegava alla Arnaldo. Entrambe di lunghezza sui 200 metri complessivi con frane che impediscono di proseguire.
Siamo tornati anche in Val Riolo per censire l’ultima miniera rimasta indietro.
Per ora è tutto:il censimento prosegue ma di  oro e argento neanche l’ombra
Matteo

Abisso di Lamar

Ieri abbiamo fatto un giretto nell’Abisso di Lamar, vicino Trento.
L’itinerario prettamente verticale ci ha portato giù di circa -270m fino alla base del Pozzo Niagara dove abbiamo potuto vedere l’incredibile risorgenza di un torrente da una fessura d’interstrato della roccia.
Chissà, forse perchè il giorno dopo era S. Valentino, ma a questa che doveva essere una gita sociale del GSM, hanno curiosamente partecipato solo 3 coppie:
San e Simo, Pierga e Laura, Alberto “Drago” e Angela
Baci e Abbracci!

Spaluga di Lusiana – il video

Queste le poche riprese video effettuate durante la nostra uscita fotografica del 16 Nov 2009.

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La calata avviene partendo da un balcone roccioso ci si cala nel vuoto per una cinquantina di metri a cielo aperto. Da metà pozzo in poi le pareti sono bagnate da un arrivo d’acqua e dall’abbondante stillicidio; visto dal fondo, è veramente suggestivo.
Dopo un paio di frazionamenti (placchette fisse), si giunge alla cengia intermedia; sotto di noi l’enorme salone è illuminato dalla luce esterna solo nella parte più vicina al pozzo d’ingresso, mentre tutto il resto è avvolto nel nero più assoluto.
L’ultima calata, tutta nel vuoto, parte da una catena fissa. Durante la risalita di questo tratto, si può notare come tutta le cengia poggi alla fine su un piccolo masso posto sotto una sequenza di blocchi a piramide inversa.
La zona di atterraggio è costellata da una grande quantità di resti vegetali e numerose carcasse di animali (alcune relativamente fresche, altre maledettamente puzzolenti) precipitati o buttati dentro l’abisso. Riconoscibili camosci, cani e bovini. Molta attenzione anche a materiale bellico, fra cui una bomba integra di mortaio evidenziata da nastro bianco/rosso e circondata da sassi disposti circolarmente.
Sandro Sedran

GSM Gruppo Speleologi Malo