Archivi tag: Buso della Rana

La prima traversata al Buso della Rana

Domenica 29 luglio 2012 alle 18 son usciti dal Buso della Rana degli speleologi che non vi erano mai entrati.

Potrebbe sembrare un gioco di parole ma in realtà stiamo parlando di un fatto senza precedenti. Infatti, per la prima volta nella storia delle esplorazioni della grande grotta veneta, sono giunti a rivedere la luce degli speleologi che non erano entrati dal grande ingresso, ma da un altro pertugio, una piccola apertura nella soprastante valle delle Lore al Faedo: la Grotta della Pisatela.

Lo scorso 17 Marzo infatti è stata realizzata la giunzione delle due grandi grotte: la Grotta della Pisatela ed il Buso della Rana.
La natura le aveva separate con una grande, ciclopica frana di massi e solo gli sforzi congiunti degli speleologi dei gruppi GSM di Malo e GGS di Schio hanno potuto realizzare la giunzione con l’apertura di un cunicolo tra la parete e la frana, lungo una trentina dimetri. La grande opera di scavo e consolidamento della piccola galleria ha visto impegnati gli speleologi dei gruppi di Malo e Schio per 8 anni.
L’obbiettivo era dare un’unica identità ad un fenomeno naturale imponente che, con la giunzione delle due grotte, arriva a sfiorare i 40 km di sviluppo totale delle gallerie sotterranee.

Altra possibilità offerta dalla giunzione era quella della “traversata”, cioè entrare da un ingresso e uscire dall’altro.
Il Buso della Rana è stato esplorato da speleologi fin dal dal 1933.

Per quasi ottant’anni tutte le esplorazioni, anche quelle nelle zone più interne, presumevano un percorso identico ripetuto due volte, andata eritorno. Nella traversata il percorso diviene singolo, un passaggio, anche impegnativo, si fa una sola volta.

Domenica 29 luglio, 27 speleologi del Gruppo Speleologi Malo CAI, Gruppo Grotte Schio CAI e Gruppo Grotte Trevisiol CAI Vicenza, hanno compiuto la prima traversata intergruppi dalla Pisatela alla Rana.
Alcuni speleologi di Schio hanno voluto celebrare l’avvenimento con la traversata “integrale” del complesso, entrando dall’ingresso più alto della Pisatela e riunendosi al gruppo più numeroso alla Sala delle Mogli in Pisatela.
Erano presenti ben quattro generazioni di speleologi dei tre gruppi. I “vecchi” che per primi più di 40 anni or sono avevano esplorato ogni più piccolo pertugio dell’altopiano del Faedo, sognando di raggiungere il sottostante Buso della Rana; quindi le due generazioni mediane, che sono scese anche oltre cento metri in qualche importante cavità verticale del Faedo senza però raggiungere il tanto desiderato Buso, e i più giovani, che stanno vivendo il momento attuale, e, in qualche maniera, raccolgono i frutti di tanto impegno. Tutti, dal più anziano 63enne al giovanissimo 17enne, si sono riuniti in questa storica “spedizione”, che ha coronato il sogno di una vita speleologica.

Essi sono entrati alla Pisatela alle 9,30 del mattino. Alla Sala delle Mogli l’incontro con i 5 scledensi che arrivavano
dall’ingresso alto. Alla Sala della F-rana hanno dovuto indossare le mute in neoprene per superare i tratti allagati delle zone finali del Ramo Nero. E’ stato inaugurato il passaggio del portoncino anti-piena voluto e realizzato dagli speleologi del GSM, per scongiurare i pericoli di ulteriori richiusure del cunicolo artificiale che, in caso di piena, veniva spazzato dalla forza della corrente, con effetti erosivi devastanti. Abbiamo potuto constatare l’ottima funzionalità della porta, a garanzia di una sicura e certa percorribilità futura.

Un grazie pellicolare quindi agli speleo di Malo che l’hanno progettato, realizzato e messo in opera. Molto bella la piccola targa che segna il limite “geografico” delle due grotte. E’ stato quindi percorso tutto il Ramo Nero fino al bivacco di Sala Snoopy, nella zona centrale della grotta. Qui è stata compiuta una lunga sosta con la preparazione di un buon piatto di tortellini offerti dal GSM, che hanno ristorato il corpo e preparato gli animi per le due ultime ore di grotta finoall’esterno. Alle 18,30, dopo circa 9 ore, anche l’ultimo speleologo raggiungeva l’ingresso del Buso della Rana.
Il momento è stato commovente e gli speleologi sono stati festeggiati con un buon brindisi dai compagni che li aspettavano all’ingresso. Erano presenti tutti quelli che ci hanno creduto, che hanno voluto fortemente che questo momento avvenisse, che hanno cercato, indagato ogni fessura, spostato tonnellate di pietre e di terra, in vista di un comune obbiettivo, perché la storia di questa affascinante grotta si arricchisse di un altro importante capitolo.

Lanaro Federico.


GSM

Lanaro Federico, Sartori Fabio, Dalla Cà Gaetano, Scapin Matteo (p), Valmorbida Franco, CostalungaStefano, Comparin Paolo, Panizzon Stefano, Zanardo Marco,Carollo Alberto, Cortiana Ester, MasieroDonatella, Mantese Gianluca, Fogliato Andrea, Filippi Andrea, Zattra Massimo, Franceschi Devis.

GGS
Raumer Cesare, Masetto Flaviano, Cadalbini Carlo (p), Busato Paolo, Boarin Marco Dalla Costa Igor,Dalla Costa Cristian, Sampò Fernando, Lucia Gallo.

GGT
Da Meda Maurizio.




Il Gruppo Grotte Schio Cai ha pubblicato l’articolo “Traversata!!! ” visibile all’indirizzo

http://speleoschioggs.altervista.org/traversata/

DEMENZA E SPELEOLOGIA AL BUSO DELLA RANA

Intervista esclusiva di Alfonso Gutierrez de Imenez ai due speleologi veneti che hanno partecipato alla esplorazione intergruppi in zona Peep della Frog Cave o Buso della Rana in Italia l’8 maggio 2011.

De Imenez: Prima di parlare della esplorazione vorrei un breve profilo delle vostre persone.
Niccolò: buon giorno, Scusi ma sono un po’ emozionato, non sono abituato a questi clamori. Mi chiamo Niccolò …Niccolò Copernico e sono nato in Polonia nel 1473 , a Torun precisamente. Ho cominciato la speleologia nel lontano 1495 frequentando un corso di introduzione a Cracovia e poi per problemi di lavoro mi sono trasferito in Italia a Malo nel 1500. Li ho conosciuto il GSM e da allora frequento le grotte locali in particolare il Buso della Rana.
Claudio: Buon giorno. Io essendo il più anziano dei due non ho alcun problema di emozione. Mi chiamo Claudio….Claudio Tolomeo e sono nato nel II° secolo dopo Cristo in un paesino della Grecia che non ricordo neanche il nome da quanto tempo è passato. Ho cominciato a fare speleologia nelle grotte del Peloponneso e poi all’età di 22 anni mi sono trasferito in Italia dove ho continuato la mia attività speleologica e di ricerca.
De Imenez: di cosa in particolare vi occupate voi due?
Niccolò: io sono un astronomo ma per passione mi occupo di circolazione di aria e acqua nel sottosuolo. Sto approfondendo anche certi aspetti della gravità applicata ai sassi.
Claudio: anch’io sono un astronomo e come il mio amico Niccolò mi occupo come passatempo della fisica dei fluidi in particolare applicata al mondo sotterraneo. Sono uno scienziato
De Imenez: siete anche esploratori?
Niccolò: questa è una branca della speleologia che non fa per me.
Claudio: io una volta ho trovato una nuova grotta, ma una volta dentro ho scoperto essere la tana di un tasso e ho visto bene di segare il palo.
De Imenez: adesso che ci avete parlato di voi, raccontateci della esplorazione intergruppi di domenica. Cominci tu Claudio?
Claudio: Va bene. La nostra squadra era composta oltre che dal sottoscritto anche da Niccolò, da tre speleologi kazhachi e 2 sudafricani. Dovevamo dividerci in due gruppi, io e Niccolò seguire la parte di ricerca e gli altri 5 continuare lo scavo e l’esplorazione in zona Peep.
Niccolò: si a parte che i due sudafricani li abbiamo persi al Camerone dei massi e poi non abbiamo saputo più nulla, siamo entrati alle 9.00 al Buso della Rana e subito abbiamo notato al sifone della pella di serpente nell’acqua. Noi ci abbiamo vista per la scienza!
De Imenez: di serpente? Siete sicuri?
Claudio: credo che Niccolò abbia ragione era la pelle di un serpente. Forse di una anaconda
Niccolò: non l’abbiamo però trovata!
De Imenez: Andiamo avanti.
Niccolò: abbiamo proseguito incrociando le altre squadre che uscivano e ci parlavano in varie lingue e dialetti di grandi esplorazioni . Si respirava una atmosfera nuova, mai provata prima in grotta.
Claudio: siamo arrivati in zona Peep e li abbiamo cominciato i lavori. Siccome i tre kazachi non avevano dimestichezza con il trapano della Hilti abbiamo iniziato noi gli scavi anche se non siamo esploratori.
Niccolò: ho cominciato io a scavare e subito mi sono preso un macigno sul muso. Tanto che stavo per mandare all’aria tutta l’esplorazione.
De Imenez: si ma spiegateci meglio.
Claudio: be’’ dovete sapere che li siamo al limite della speleologia classica. Lo scavo avviene dal basso verso l’alto in condizioni veramente critiche di lavoro. Non vorrei essere esagerato, ma lo scavo in Peep è un grande salto in avanti per l’esplorazione mondiale in grotta. Si è aperto un nuovo modo di pensare la speleologia in genere.
De Imenez: Ma parliamo di limite umano ?
Niccolò: Si ha detto bene. Li si dovrebbe anche lavorare con gli occhiali antinfortunistici.
De Imenez: li avevate?
Claudio: no. Ce li siamo dimenticati a casa.
Niccolò: quando è toccato il turno di Claudio a scavare, è risalito per alcuni metri e poi si è incastrato con il ginocchio all’altezza dell’anca e l’anca bloccata su uno spigolo di roccia.
De Imenez: come ha fatto ad uscirne vivo?
Claudio: ho chiesto l’aiuto al mio amico Niccolò che mi ha messo la sua scapola a disposizione e alla fine ci siamo tirati fuori. Gliel’ho un po’ contusa ma per un amico……
De Imenez: ha avuto paura?
Claudio: per un attimo ho visto la morte in faccia . Credevo di rimanere per sempre li, ma poi l’idea di bloccare l’esplorazione della Peep a causa di un cadavere incastrato su per un camino mi ha dato l’energia per tirarmi fuori da li.
De Imenez: e cosa avete fatto poi?
Niccolò: abbiamo fatto un foro a quel naso di roccia e lo abbiamo ridotto un mucchietto di sabbia. Cazzo! Ho la scapola distrutta.
De Imenez : e le vostre ricerche?
Niccolò: mentre scavavano i kazhachi io e Claudio abbiamo fatto delle ricerche molto interessanti.
Claudio: sono state decise al momento dagli organizzatori dell’evento ed erano fino all’ultimo top segret.
De Imenez: siamo curiosi di conoscerle.
Niccolò: io ho fatto degli studi sulla somministrazione di nicotina come anestetizzante.
Claudio: io ho proseguito dei vecchi studi sull’utilizzo come alimento della carne di maiale in ambienti ipogei.
De Imenez: avete degli scoop da rivelarci?
Niccolò e Claudio: per ora tutto top segret.
De Imenez: alla fine siete passati aldilà della frana?
Niccolò: era oramai da parecchio che eravamo dentro e dovevano darci il cambio con gli austriaci e australiani…..quando …..
Caludio: te l’avevo detto di portare via gli occhiali! Porca miseria!
De Imenez: una tragedia?
Niccolò: per colpa di un pezzo di fango che è caduto. Sempre Isacco Newton di mezzo!
De Imenez: mi spieghi meglio.
Claudio: niente da spiegare! Si è preso una “slorda “ di fango in te l’occhio e tutta la spedizione è andata a farsi benedire.
De Imenez: volete dire che una “slorda” di fango ha mandato all’aria l’intera esplorazione intergruppi?
Niccolò: proprio così! Avevo l’occhio pieno di fango, le mani sporche di fango, tutto intorno era fango e Claudio continuava a mettermi le dita sporche di fango nell’occhio.
Claudio: cercavo di aiutarti!
Niccolò: ho provato a sperimentare l’utilizzo della nicotina come anestetizzante e lacrimante, ma la ricerca è ancora agli inizi e non abbiamo fatto nulla. La situazione era grave.
De Imenez: come è andata a finire?

Claudio: Per fortuna i kazachi ci hanno aiutato , e poi gli austriaci e australiani. Ma dobbiamo ringraziare tutti gli speleologi presenti che si sono prodigati in questo intervento di soccorso. La macchina organizzativa è stata all’altezza della situazione e anche nell’emergenza ha funzionato bene.
De Imenez: e quindi tutto si è concluso con del fango nell’occhio.
Niccolò: proprio così, ma stiamo già organizzando una prossima spedizione di esplorazione .Non possiamo mollare adesso che siamo vicini a by-passare la frana della Peep.
Claudio: se mi è permesso volevo aggiungere una cosa. Quello che è stato iniziato domenica è qualcosa di unico per la speleologia mondiale. Stiamo parlando di rivoluzione nel campo della esplorazione e della ricerca in grotta, intendo dire un nuovo modo di fare la speleologia , una nuova mentalità. Per farle un esempio lo scavo dal basso verso l’alto, non ha precedenti nella storia della speleologia, stiamo parlando di condizioni di lavoro al limite dell’umana sopportazione. Per non parlare delle ricerche e delle conferme che ne sono uscite fuori. Qui parliamo di una nuova dimensione nell’affrontare il mondo ipogeo.
De Imenez: avete delle anticipazioni?
Niccolò: credo di aver provato l’esistenza di una congiunzione tra Complesso della Poscola e Buso della Rana proprio in zona Peep.
Claudio: Niccolò e io ne siamo certi.
De Imenez : con queste ultime parole possiamo concludere l’intervista. Carne al fuoco ne abbiamo per la speleologia vicentina e mondiale. Grazie Niccolò e grazie Claudio , buone esplorazioni in grotta . E la prossima volta attenti alle “ slorde”!
Niccolò e Claudio ( allunisono) : ma vaffanculo!

TOLOMEO E COPERNICO AL BUSO DELLA RANA

E’ sabato 02 Aprile di pomeriggio, di un caldo pomeriggio di Aprile quando Tolomeo e Copernico si ritrovano alle 13.30 per andare a scavare in Zona Peep al Buso della Rana.
Tolomeo e Copernico sono convintissimi che oggi passeranno aldilà della frana, conoscono le teorie dell’aria, sanno che l’aria che tira è tanta e nessuno oggi li può fermare. Due teorie, un unico scopo ….passare la mitica frana.
Tolomeo ha con sé anche la macchina fotografica per immortalare il momento storico del passaggio nella sala che sicuramente c’è aldilà della frana. Copernico ha il suo anemometro di fiducia e la fiamma di acetilene per accendersi le sigarette
Tolomeo ha delle idee diverse su come gira il mondo rispetto a Copernico, ma quest’ultimo vuole spiegargli qualcosa in più, vuole fargli entrare nella zucca che dove c’è l’aria bisogna scavare e al diavolo la scienza e le dimostrazioni matematiche.
Lungo il percorso Tolomeo e Copernico si alternano alla guida, il led da fastidio a Copernico, Tolomeo sbaglia strada, ogni tanto si fermano a riposare come vecchietti a disquisire del moto dei corpi e del movimento dei fluidi.
Arrivati a Sala Ghellini, Tolomeo e Copernico esternano le loro teorie sull’esistenza di due grotte, sul percorso del fiume del Ramo Nero, sull’esistenza di gallerie sotterranee dove passa l’acqua.
L’anemometro di Copernico dimostra la teoria delle due grotte, ma Tolomeo, si sforza invano di capire dove esce l’aria della seconda grotta , come può essere se la materia non si crea e non si distrugge. E più ci pensa e più non capisce.
Proseguono il loro cammino finché arrivano in zona Peep. Tolomeo tenta di sbagliare strada, ma Copernico lo corregge e così arrivano alla galleria della seconda frana della zona Peep.
Copernico già ipotizza la creazione di un campo esplorativo, Tolomeo sente i brividi di freddo dal vento che tira e iniziano a scavare.
Muovono i sassi con il levarino.E’ tutta una frana e l’aria si infila lo stesso dentro.
Tolomeo si ricordava di una lama da rompere, Copernico scava e trova ancora frana.
Copernico dice che qui è impossibile passare e tutte e due le teorie non sono dimostrabili.
Dopo mezz’ora i due scienziati abbandonano l’impresa e passano sulla prima frana della zona Peep..
Copernico dice:” Quest’aria da qualche parte dovrà pure andare”.
Tolomeo:” Sono anni che te lo dico che aldilà la galleria continua”.
Copernico :” Mi fumo una cicca e vediamo dove va l’aria”
Tolomeo :” E’ già la decima cicca che ti fumi, non vedi che l’aria va dentro la frana? Devo dimostrartelo?”
Copernico :” Ma come fa l’aria a passare in mezzo a sassi e fango? E’ un tappo!”
Tolomeo :” La mia teoria è che la galleria continua, se scaviamo in mezzo prima o poi rompiamo il diaframma e passiamo. La mia teoria è che l’aria ci prende per il culo. Scaviamo e basta”.
Copernico:” Va bene scaviamo, ma io mi concentro dove i sassi sono asciutti che vuol dire che l’aria gli asciuga. Tu fa quello che vuoi basta che non mi crolli la frana addosso”.
E cosi i due si mettono a scavare , Tolomeo dritto togliendo fango e sassi, e poi sassi e fango. Copernico invece si mette da una parte e segue i sassi asciugati dall’aria.
Dopo una mezz’ora si fermano, sono entrati circa mezzo metro ciascuno nella frana.
Copernico si accende la sigaretta e controlla dove va l’aria.
Tolomeo indietreggia e non capisce perché è così difficile questa teoria da dimostrare.
Nel mentre sono li che fanno filosofia sulla frana, il primo blocco di fango e sassi si stacca dalla volta e poi un altro e poi un altro ancora.
Copernico dice:” Cos’è sta roba?”
Tolomeo:” Sai ho letto qualcosa del genere in un libro di un certo Isacco Newton. Lui parla della gravità che fa cadere le mele. Penso che si possa applicare lo stesso principio anche al fango.”
Copernico :” An si ho visto qualcosa del genere anche su Sky. Adesso ricordo”.
Tolomeo e Copernico si incazzano un po’ con ‘sto Newton, perché sta rovinando le loro teorie sul movimento dell’aria e così escono dalla frana mentre il soffitto un po’ alla volta viene giù tutto.
Tornando qualche metro indietro sentono però che l’aria è aumentata, si guardano in su e vedono una fessura che va verso l’alto. Copernico si accende un’altra sigaretta e dimostra che l’aria si infila su per di là.
Copernico allora dice:” Se l’aria si divide in questo punto vuol dire che qui trova un passaggio più facile per andare nello stesso posto dell’aria che attraversa la frana”.
Tolomeo:” Bravo Copernico, la tua teoria mi sembra proprio giusta , ma come facciamo a dimostrarla?”
Copernico:” Semplice Tolomeo, spacchiamo in su e se la teoria di Newton è valida anche per i sassi questi vengono giù e non facciamo neanche fatica”.
E così i nostri si mettono a scavare in su e dopo una decina di manzi hanno risalito quasi un metro.
Sopra vedono un camino stretto, che sale per altri 4-5 metri e tutta l’aria va su di li.
Tolomeo si prende un levarino sul muso, mentre Copernico non sopporta la polvere che gli entra negli occhi mentre fora la roccia, ma lo stesso continuano finché hanno materiale.
Sono le otto di sera quando i due chiudono il cantiere.
Tolomeo dice:” Alla fine scaviamo sempre dove tira l’aria.”
Copernico :” Vedrai che questa è la strada giusta. Seguiamo l’aria e by-passiamo la frana. E vaffanculo Newton e il fango e sassi che quasi ci rimaniamo secchi sotto!.”
Alle 21.30 di sabato i due sono fuori dal Buso della Rana e continuano a parlare delle teorie sul movimento dell’aria. La dimostrazione secondo loro due rimane in quella fessura da risalire.